RAPPORTI CON A.A.S., ENTI

ULTIME DAL GERVASUTTA.

A che punto la riorganizzazione dei servizi al Gervasutta.

Al Gervasutta sono in atto grandi trasformazioni: il nuovo fabbricato, non destinato alle degenze, è in via di ultimazione, ma anche rilevanti novità sono state attuate nell’organizzazione dei reparti. In particolare, per quanto ci riguarda, cioè l’Unità Spinale, è stata decisa una organizzazione “verticale” della gestione del paziente. Vediamo di spiegarci. Il punto fermo per noi è l’esigenza di una presa in carico specialistica del paziente con lesioni spinali. Cioè in un reparto ad alta specializzazione, con personale adeguatamente formato per le caratteristiche di tali pazienti. Tutto il personale, medici, fisioterapisti, infermieri ed OSS. Tale reparto è stato individuato a tutti livelli già da più di 30 anni nelle Unità Spinali. Per noi il mantenimento e, anzi, il potenziamento di questo reparto è punto irrinunciabile. In tal senso si sono anche chiaramente e con forza espressi sia la Federazione delle Associazioni dei Mielolesi che almeno 4 delle principali associazioni che raggruppano medici specialisti. Cosa centra tutto questo con la riorganizzazione in atto al Gervasutta è presto detto. Improvvisamente ci siamo trovati da una organizzazione “orizzontale” in cui l’Unità Spinale si gestiva i propri pazienti dal momento del ricovero, appena dimessi dalle terapie intensive o comunque in gravi condizioni, durante la fase riabilitativa volta al recupero delle funzionalità residue, fino alle, agognate, dimissioni finali. Praticamente tutti i pazienti stavano nello “stesso piano”. E così, chiaramente, avveniva per il reparto dei traumatizzati cranici e per quello delle persone colpite da ictus o infarti. Adesso invece, in fase sperimentale ci è stato detto e confidiamo in un momento di verifica prima dell’assunzione di scelte definitive, si è passati ad una organizzazione “verticale”, con la suddivisione dei pazienti in base alla gravità del proprio stato: rossi i più gravi, gialli quelli in fase riabilitativa e, finalmente, verdi quelli prossimi alle dimissioni. Anche fisicamente allocati su tre piani differenti dell’ospedale. Indipendentemente dal tipo di problematica di cui sono portatori. Cioè tutti i gravi, che abbiano avuto un ictus o un trauma cranico o una lesione spinale vanno al terzo piano e man mano che migliorano scendono verso le dimissioni (sempre che il Covid non ci si metta di mezzo e, come in passato, costringa a dirottare personale verso altri ospedali con conseguente riduzione dei servizi). Sinceramente ci siamo molto preoccupati che questa “frammistione” potesse far perdere le peculiarità dei vari reparti. Perché ciascuna delle tipologie di pazienti predette ha esigenze e caratteristiche particolari. Per esempio noi mielolesi quasi sempre abbiamo problemi vescicali, di evacuazione e di rischio di decubito. Che richiedono personale con adeguata preparazione. E così è anche per le altre categorie. (Tra l’altro esistono fior fiore di documenti delle Autorità Sanitarie fatti propri anche dalla Conferenza Stato Regioni che affermano la contrarietà ad accorpamenti tra queste patologie). Per questo ci siamo allarmati quando abbiamo saputo di queste novità. Tra l’altro segnalateci da pazienti nostri soci e anche da fonte sindacale. Per questo abbiamo formulato queste perplessità in una lettera al Direttore dell’ASU e richiesto un incontro. Ebbene tale incontro, seppure informale, si è tenuto ai massimi livelli con la presenza del Vicepresidente della Regione con delega alla Sanità, Riccardi, del Direttore ASUFC, Caporale e del dott. Biasutti che sta seguendo direttamente i lavori di trasformazione in atto. (L’incontro è stato informale perché si era già tenuta una presentazione del progetto alla Consulta Regionale sulla disabilità, cosa che, colpevolmente, ignoravamo). Nell’incontro è stato detto chiarissimamente sia in sede politica, Riccardi, che tecnica, Biasutti, che non esiste la minima volontà di disperdere il patrimonio di esperienza e capacità operativa dell’Unità Spinale, e degli altri due reparti. Che non c’è nessun “accorpamento”, che i tre reparti (o SOC, come più esattamente si chiamano) rimarranno separati come è ora, continueranno ad avere non solo i tre differenti “primari” ma manterranno il personale medico, fisioterapista, infermieristico e OSS come è ora. Che i turni saranno garantiti, sempre, con personale specifico per ciascuna tipologia di paziente. Che sarà garantita una suddivisione dei pazienti nelle varie camere in conformità alla propria patologia. E’ anche stato messo in luce che con questa iniziativa si è cercato di rispondere ad alcune criticità del sistema “orizzontale”, che in questo modo non solo non si perderanno servizi ma, addirittura, i posti letto aumenteranno di alcune unità rendendo il servizio maggiormente rispondente alle esigenze del territorio, dove peraltro non registriamo particolari criticità. Una riorganizzazione quindi che, a parte la “seccatura” per medici e personale di fare le scale per trasferirsi da un piano all’altro, dovrebbe anche favorire la professionalizzazione del personale. E già in questo primo brevissimo periodo si è assistito ad uno scambio delle esperienze e professionalità, per esempio, tra il personale infermieristico. Forse da parte nostra c’è stata una non comprensione delle proposte messe in campo, spesso le novità non condivise inducono alla contrarietà, ma l’unica motivazione che ci ha mosso ad agire è garantire la funzionalità dell’Unità Spinale. Come organizzare il servizio una volta definiti gli ambiti, è competenza dei tecnici. Come Associazione è nostro compito dare voce ai nostri soci e ai pazienti in generale e cercare di tutelare i loro diritti. A questo proposito possiamo dire che abbiamo avuto la conferma da parte del dott Caporale di uno spazio informativo all’interno del Gervasutta per la nostra Associazione……..appena ci sarà una stanza disponibile.

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Udine, 02 maggio ’22

Preg.mo Direttore Generale ASUFC dott. Denis Caporale

come sa la nostra Associazione insieme alla FAIP Federazione Nazionale delle Persone con lesione al midollo spinale, da anni lavora per di contribuire alla costruzione di un ponte tra i bisogni, i diritti, e le aspirazioni delle persone con lesione midollare e la possibilità reale di riappropriarsi della dignità di poter vivere nel privato e nella comunità come tutti gli altri cittadini, attraverso servizi efficaci, e seri percorsi di ricerca e di inclusione sociale. Tra gli impegni più avvertiti dalla Federazione, sin dal momento della sua costituzione, il diritto alla salute – intesa come benessere psicofisico e sociale – per le persone con lesione midollare; questo si è concretizzato in particolare nel supporto di servizi caratterizzati per l’alta qualifica professionale e gli elevati standard organizzativi e strutturali, e cioè le Unità Spinali Unipolari.

Doverosa questa premessa per entrare nel merito della questione che oramai, visto l’evoluzione degli accadimenti che avranno un impatto sostanziale sul riordino delle UOC del Gervasutta, ci pone in una situazione di forte preoccupazione.

E’ opportuno e doveroso ricordare che l’Unità Spinale del Gervasutta (codice 28), riferimento regionale, e non solo, per la lesione midollare, ha fatto propri, da sempre, i valori fondanti dell’approccio di cura e riabilitazione della persona con lesione al midollo spinale e cioè essere specializzata ed essere effettuata da un’equipe multi specialistica, inserendosi autorevolmente in un network nazionale sulla ricerca di base in tema di lesioni midollari. Nel corso di questi lunghi anni dalla sua istituzione l’Unità Spinale ha sempre aderito a specifici valori etici e di impostazione del lavoro clinico e cioè: il riconoscimento della persona come fulcro del sistema di rapporti terapeuta-paziente e la propensione a lavorare in gruppo. Quest’ultimo approccio è l’unico che permette di fronteggiare la complessità di esigenze di una persona con lesione al midollo spinale.

L’Unità Spinale negli anni ha attuato, al proprio interno, trasformazioni culturali ed organizzative per rimanere al passo con le mutazioni della società: l’invecchiamento della popolazione con lesione midollare e l’evoluzione epidemiologica della stessa. L’Unità Spinale di Udine con l’obiettivo di rimanere centro di riferimento per la persona con lesione midollare in stretta collaborazione con l’Associazione Tetra-Paraplegici del Friuli Venezia Giulia ed a livello nazionale con la FAIP (Federazione delle Associazioni Italiane delle Persone con lesione al midollo spinale) ha coinvolto ricercatori e scienziati che potessero, mano a mano, essere utili al perfezionamento delle conoscenze. In collaborazione con l’Associazione Tetra-Paraplegici del Friuli Venezia Giulia la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati SISSA nel 2007 è nato SPINAL un laboratorio di ricerca avanza sulla lesione al midollo spinale.

La gestione della persona con lesione midollare merita un percorso di cura, riabilitazione neuromuscolare, viscerale, psicologica, ludico-sportiva, sessuale, all’interno di un ambiente costruito ad hoc che, da più di 20 anni, in Italia, si chiama Unità Spinale.

E’ opportuno ribadire ciò in quanto l’attuale riorganizzazione del Presidio Ospedaliero Gervasutta per livelli di attività clinico, assistenziale e riabilitativa dei propri pazienti ha fortemente penalizzato il Servizio di Unità Spinale allocando i pazienti con lesione midollare su tre diversi piani e “mescolandoli” con pazienti affetti da altre e molto diverse patologie (codice 75 e codice 56).

In questo modo è stato depauperato e messo a dura prova il lavoro del team dell’Unità Spinale, in particolare per quanto riguarda il lavoro del comparto infermieristico. Fermo restando l’evidente difficoltà del personale medico e fisioterapico che appartiene alla SOC Unità Spinale a poter organizzare il lavoro su tre diversi piani, è evidente la perdita delle competenze del comparto infermieristico che non fa più parte della SOC Unità Spinale, ma del piano con specifico livello di attività (area rossa, gialla o verde). Sappiano bene come il team deve coinvolgere medici, fisioterapisti e terapisti occupazionali, assistenti sociali, ma soprattutto infermieri con formazione specifica per saper gestire le principali problematiche della lesione midollare (si pensi per esempio alle peculiarità legate alla gestione della vescica neurologica e dell’intestino, alla prevenzione e al trattamento delle lesioni da decubito). Tali competenze erano state maturate con oltre 20 anni di lavoro e confronti scientifici nazionali ed avevano permesso di assicurare alle Persone con lesione midollare della nostra regione (e non solo) standard elevati di risposta sanitaria.

L’organizzazione per attività è senz’altro utile, ma deve essere applicata nell’ambito della specificità della patologia e quindi nell’ambito della lesione midollare. In particolare poi, il personale infermieristico data l’elevato livello di specializzazione richiesto deve essere dedicato e necessariamente quello che ha acquisito nel corso degli ultimi 20 anni le conoscenze approfondite sulla lesione midollare. 

Infine tale modello ha inficiato la possibilità delle persone ricoverate con lesione midollare di confrontarsi e trovare supporto nel compagno di stanza o di reparto che è ricoverato da più tempo, aspetto fondamentale per il recupero funzionale ed il reinserimento sociale. 

A ciò deve aggiungersi l’ulteriore elemento che il dilagare del virus “Covid-19” nel nostro Paese e a livello mondiale, (oltre che mettere a dura prova tutto il sistema Italia ed in particolare il nostro Sistema Sanitario Nazionale ed il nostro Sistema di Protezione Sociale), ha fatto precipitare moltissime Persone in uno stato di forte preoccupazione resa ancor più grave dall’incertezza del prossimo futuro, di quelli che saranno i tempi necessari al superamento della crisi e delle conseguenze che questa avrà sulle nostre vite e sulle nostre relazioni sociali. Sappiamo, perché ne siamo quotidiani testimoni, che in queste settimane gli sforzi ed i rischi delle Persone con lesione al midollo spinale del nostro paese sono notevolmente maggiori di tanti altri nostri concittadini con cui pure condividiamo gli stessi stati d’animo e l’appartenenza alla stessa comunità. 

Non possiamo nascondere che l’impatto della pandemia sulle nostre comunità ci obbligherà a ripensare molte cose nella nostra vita e a rimodulare alcune priorità in una direzione che preveda innanzitutto la garanzia di una maggiore tutela della salute e della sicurezza dei cittadini tutti, ma ancor di più di coloro che sono più vulnerabili ed esposti ai rischi connessi alla condizione di salute e tra questi vi sono le tante Persone con lesione al midollo spinale.

Siamo altrettanto consapevoli e determinati a non cedere a nessuna tentazione che possa erodere lo spazio dei diritti acquisiti e di quelli fondamentali; al contrario lavoreremo e vigileremo anche con le nostre Associazioni territoriali, perché vengano irrobustite e promosse tutte le azioni possibili volte a scongiurare e ridurre al minimo ogni rischio per le Persone con lesione midollare in ogni regione italiana.

Mai come adesso è richiesta la massima attenzione e il massimo impegno per fare in modo che continuino ad essere assicurati tutti i servizi essenziali e tutelati gli spazi vitali e le libertà fondamentali delle persone con lesione al midollo spinale. 

Gli interventi messi in atto dalla Direzione Generale rischia, da un lato di ridurre le professionalità degli operatori, dall’altro di offrire al cittadino con lesione al midollo spinale prestazioni inferiori e comunque non coerenti con il livello di assistenza prevista.  Dobbiamo qui ricordare che anche da parte sindacale sono state evidenziate tali criticità.

Certamente non ci spaventano i cambiamenti e le innovazioni, sicuramente necessari per costruire una Sanità più efficace ed efficiente, ma riteniamo che gli interventi programmati non vanno certamente in tale direzione e sicuramente avranno un impatto negativo sulla qualità della Sanità regionale.

Per questo chiediamo un immediato ed urgente confronto al fine di valutare concordemente decisioni e azioni comuni da attuare al fine di costruire servizi appropriati per le Persone con lesione al midollo spinale.

Si resta in attesa di un Vostro cortese ed urgente cenno di riscontro alla presente.

IL PRESIDENTE                                                                      IL PRESIDENTE

FAIP                                                                                       Ass.ne Tetra-paraplegici F.V.G.ODV

Avv. Vincenzo Falabella                                                        Stefano Lecinni


COSA SUCCEDE AL GERVASUTTA ?

gerva

COSA SUCCEDE AL GERVASUTTA?

Preoccupa la nuova organizzazione

Tutti noi siamo passati per il “Gervasutta”. Vi abbiamo trovato assistenza, cura, anche simpatia, e tanta professionalità. Costruita negli anni, addestrando opportunamente il personale, introducendo sempre il meglio delle novità in tema di riabilitazione. Nel nostro piccolo abbiamo anche contribuito alla sua crescita quando abbiamo promosso il progetto SPINAL in collaborazione con un prestigioso ente di ricerca triestino, la SISSA. Siamo sempre andati orgogliosi di questa eccellenza che ci è invidiata in buona parte d’Italia. Per questo ci preoccupano la riorganizzazione e le modifiche che in questi giorni si stanno realizzando in quella struttura. Non vorremmo che per logiche che siano di risparmio o di altro tipo si perdessero quelle caratteristiche che la hanno caratterizzata fino ad ora. Registriamo anche un malcontento, che ci sembra abbastanza generalizzato, tra il personale. Personale che si è sempre dimostrato motivato e disponibile.

Questa preoccupazione si è manifestata in una lettera che abbiamo inviato al Direttore Generale dell’ASUFC. Atto non formale ne usuale per la nostra Associazione, che così ha voluto manifestare la propria preoccupazione.

E cosa abbiamo scritto nella lettera? Semplicemente che “la gestione della persona con lesione midollare merita un percorso di cura, riabilitazione neuromuscolare, viscerale, psicologica, ludico-sportiva, sessuale, all’interno di un ambiente costruito ad hoc che, da più di 20 anni, in Italia, si chiama Unità Spinale”.

Che la nuova “riorganizzazione del Presidio Ospedaliero Gervasutta per livelli di gravità clinica, assistenziale e riabilitativa dei propri pazienti ha fortemente penalizzato il Servizio di Unità Spinale allocando i pazienti con lesione midollare su tre diversi piani e “mescolandoli” con pazienti affetti da altre e molto diverse patologie”.

Cioè i pazienti non sono più divisi in base alla loro patologia (mielolesi, traumi cranici, infartuati ecc), come avviene oggi, ma in base alla gravità del caso, così potremmo avere nella medesima camera uno “spinale” ed uno colpito da ictus, entrambi gravi oppure in via di dimissioni. Ma a parte la gravità, comune, tutti trattamenti necessari a ciascuno dovranno essere ben differenti.

“In questo modo è stato depauperato e messo a dura prova il lavoro del team dell’Unità Spinale, in particolare per quanto riguarda il lavoro del comparto infermieristico. Fermo restando l’evidente difficoltà del personale medico e fisioterapico che appartiene alla SOC Unità Spinale a poter organizzare il lavoro su tre diversi piani, è evidente la perdita delle competenze del comparto infermieristico che non fa più parte della SOC Unità Spinale, ma del piano con specifico livello di attività (area rossa, gialla o verde).

Sappiano bene come il team deve coinvolgere medici, fisioterapisti e terapisti occupazionali, assistenti sociali, ma soprattutto infermieri con formazione specifica per saper gestire le principali problematiche della lesione midollare (si pensi per esempio alle peculiarità legate alla gestione della vescica neurologica e dell’intestino, alla prevenzione e al trattamento delle lesioni da decubito).

L’organizzazione per attività è senz’altro utile, ma deve essere applicata nell’ambito della specificità della patologia e quindi nell’ambito della lesione midollare”.

Per non parlare delle problematicità legate al Covid.

Non potevamo quindi che concludere chiedendo un confronto al fine di valutare concordemente decisioni e azioni comuni da attuare al fine di costruire servizi appropriati per le Persone con lesione al midollo spinale.

Siamo fiduciosi di un accoglimento delle nostre proposte rimanendo, nel frattempo, attenti a quanto sta avvenendo.